#storia calabrese
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Un altro piccolo pezzo di storia calabrese.
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Calabria: Il tuo prossimo viaggio tra mare e montagna
La Calabria, situata nell’Italia meridionale, è un paradiso per chi cerca avventure. Offre entroterra montuoso e spiagge bellissime. È l’ideale per chi vuole esplorare entrambi i mondi, garantendo un viaggio memorabile. La sua posizione e le sue caratteristiche naturali fanno della Calabria un luogo speciale. Qui, mare e montagna si fondono in un’esperienza di viaggio unica. I visitatori…
#Cucina Tradizionale Calabrese#Cultura Calabrese#Escursioni Naturalistiche#Mare Jonio#Montagne Sila#Spiagge Calabresi#Storia Calabria#Viaggio in Calabria#Villaggi Medievali
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Pubblicato il n. 1 del 2023 della Rivista calabrese di storia del ‘900
È stato appena pubblicato il numero 1 del 2023 della «Rivista Calabrese di Storia del ‘900», della nuova serie diretta da Vittorio Cappelli ed edita da Pellegrini.Ne anticipiamo la copertina (dedicata a Ilio Adorisio, una straordinaria figura di intellettuale di caratura internazionale, con radici a Cirò) e l’indice del volume.Gli interessati potranno richiedere la rivista alla segreteria…
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#tarantella#tarantella calabrese#Calabria#mente umana#buio e luce#buio e luce tra cielo e terra#tra cielo e terra#storia#cultura
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RINO GAETANO: UCCISO DAI POTERI FORTI
Era amico della figlia del medico personale di Licio Gelli: era lei la fonte di tante rivelazioni che poi sarebbero finite nelle sue canzoni, in un gioco tanto pericoloso da costargli la vita?
Sono gli interrogativi che l’avvocato salernitano Bruno Mautone solleva, nel suo secondo libro sulla strana morte di Rino Gaetano, fino a chiedere alla magistratura romana di riaprire le indagini sulla scomparsa del cantante, morto nella capitale il 2 giugno 1981, a soli trent’anni di età, dopo esser stato investito da un camion. Impressionante l’elenco delle “stranezze” che Mautone riassume nel pamphlet, “Chi ha ucciso Rino Gaetano?”, edito da Revoluzione nel 2016. Davvero moltissimi i riferimenti, nelle canzoni di Gaetano, a episodi imbarazzanti della politica italiana. Desta scalpore, inoltre, l’infelice sorte di un grande amico del cantautore crotonese, altra possibile fonte di informazioni riservate: una morte-fotocopia (incidente stradale) altrettanto prematura. Il giovane, che lavorava presso consolati stranieri, fu sepolto al Verano accanto all’artista, ma poi disseppellito e trasferito in un altro cimitero. Curiosità: l’autore dello spostamento dei resti mortali, scrive il blog “Scomparsi”, ha una identità «che coincide con un personaggio storico dello spionaggio italiano, collegato addirittura al “Noto Servizio”». Si tratta di apparato riservato dello Stato «che compiva atti di intelligence in modo autonomo rispetto ai servizi istituzionali», prima il Sid e poi il Sismi e il Sisde, «spesso sfociando in atti illegali e gravissimi». Specialità inquietante del “Noto Servizio” «risultò essere, con atti sequestrati e acquisiti dalla magistratura, l’uccisione di persone ritenute “scomode” con incidenti stradali». Nel libro, Mautone ricostruisce le vistose anomalie dell’incidente che causò la morte di Gaetano, travolto da un camion e poi morto dissanguato, nella notte, a bordo di un’ambulanza militare, dopo che il ricovero fu rifiutato dal pronto soccorso di diversi ospedali. Una vicenda su cui inutilmente chiesero di fare luce, subito dopo, due senatori del Msi, Araldo di Crollalanza e Tommaso Mitrotti. Dal governo Forlani, un muro di silenzi e omissioni: il liberale Renato Altissimo, autore della risposta, non precisò l’ora dell’incidente sulla Nomentana, non disse chi allertò i soccorsi e come, né perché intervenne un’unica ambulanza nonostante fosse ferito anche il camionista coinvolto nell’incidente, esanime sull’asfalto, accanto all’artista intrappolato nella sua Volvo. Nella risposta di Altissimo, inoltre, «non si precisa perché l’unica ambulanza intervenuta fosse un mezzo poco attrezzato dei vigili del fuoco e perché Rino, una volta prelevato con una gravissima ferita cranica, venne condotto fatalmente in un ospedale privo del reparto di traumatologia cranica».
Non si fanno neppure i nomi dei medici che avrebbero curato o cercato di curare il ferito in quelle condizioni, né si fa cenno ai presunti motivi che spinsero altri ospedali, pur allertati, a non approntare nessuna forma di soccorso. Non si dice nemmeno chi convocò il medico traumatologo, fatto accorrere al Policlinico, né il nome dello specialista e degli altri sanitari coinvolti. Tanta evidente vaghezza finisce per moltiplicare i sospetti: «Sin dai primi momenti, la morte prematura dell’artista calabrese suscitò interrogativi e dubbi». Oltre alla storia dell’amico impegnato in uffici diplomatici, che di lì a poco avrebbe seguito Rino Gaetano nel cimitero maggiore della capitale (per poi esservi rimosso), Mautone rimarca una clamorosa dichiarazione rilasciata da Rino dopo i trionfi sanremesi al giornalista Manuel Insolera: il festival della canzone viene paragonato in modo esplicito ad «un ordine massonico». In un articolo della “Stampa” di Torino, pubblicato il 3 giugno 1981 all’indomani della morte del cantante, si rileva come i testi di diverse canzoni facessero riferimento alle scabrose cronache della P2. A Mautone non sfugge che Rino Gatano è statoesplicitamente citato da Stefano Bisi, gran maestro del Grande Oriente d’Italia, nel suo discorso ufficiale di insediamento, il 6 aprile 2014, utilizzando un verso del cantante per sottolineare la necessità di concordia: «Vi ricordo che cosa cantava Rino Gaetano: “Chi nuota da solo affoga per tre”».
«Una notizia di grande interesse – aggiunge il blog “Scomparsi” – è rappresentata da una stretta frequentazione di Rino: nel cerchio delle sue più care amiche si annovera la giornalista Elisabetta Ponti, figlia di un medico, Lionello Ponti, che risultò inserito nella lista della P2 ed era il sanitario di fiducia di Licio Gelli». Il libro di Mautone, poi, mette a fuoco i costanti, fittissimi riferimenti (cifrati) con cui Rino Gaetano alludeva, nelle sue canzoni. Nella canzone “La zappa, il tridente, il rastrello” compare direttamente “una mansarda in via Condotti”, che – si scoprirà poi – ospitava il vertice della P2. Decisamente inquietante, poi, il brano “La ballata di Renzo”, inciso nel 1970 ma uscito soltanto nel 2009, postumo. Sembra l’anticipazione, profetica al millimetro, della fine che attendeva l’artista – una sorta di contrappasso dantesco. “Quando Renzo morì, io ero al bar”, cantava Rino. L’incidente, poi l’odissea in ambulanza: “S’andò al san Camillo, e lì non lo vollero per l’orario”. Altro ospedale: “S’andò al san Giovanni, e lì non lo accettarono per lo sciopero”. E quindi l’epilogo, con persino il sinistro riferimento cimiteriale: “Con l’alba, le prime luci, s’andò al Policlinico, ma lo respinsero perché mancava il vice capo. In alto c’era il sole, si disse che Renzo era morto. Ma neanche al cimitero c’era posto”
Rino Gaetano piaceva molto ai giovani. Li faceva riflettere sulla società che li circondava: era scomodo. La sua morte è stata utile al sistema per addormentare i giovani...poco dopo la sua morte infatti il sistema aiuterà l'affermarsi di un tossico ubriacone che insegnerà ai giovani a spegnersi come massimo della ribellione tra una dose di eroina e due litri di alcol come un non plus ultra della vita spericolata e a diffidare di chi cerca di andare oltre le cose...i giovani lo hanno eretto idolo in varie generazioni dagli anni 80 a oggi...alle droghe e all'alcol ha aggiunto il siero come massimo del servilismo edonista a un sistema che si può fregare solo annullandosi come esseri pensanti... embè eh già..
Guardate Maurizio Costanzo (membro della ex-loggia massonica P2) come e' irritato della presenza del cantante...
https://www.youtube.com/watch?v=0Y7eE3gNepI
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Day 17
Giorno 17 - ieri.
Totale caffè bevuti, 2. Mi auto-applaudo: con il livello dei pasti di ieri e con la macchinetta sempre a disposizione, questo è un risultato nel risultato.
Trattandosi di un pranzo di compleanno per mia figlia, eviterò di fare il solito resoconto (a ciò basti una delle frasi più belle della lingua italiana tutta, e cioè: pasta al forno). A cena, in ogni caso, abbiamo finito quello che era rimasto dal pranzo.
Ho pregato mia madre di reintegrare qualsiasi genere di verdura da oggi in poi, di già perlomeno si è messa a preparare delle zucchine per la pasta.
La torta SG era molto buona e merita un piccolo aneddoto.
Avevo ordinato questa torta già durante il viaggio di arrivo, ed il forno che l'ha preparata mi aveva dato appuntamento ieri, a mezzogiorno, per ritirarla. Naturalmente mezzogiorno era più da vedersi come una indicazione di massima, un suggerimento, che non un vero e proprio appuntamento; e per fortuna sono andato a ritirarla da solo, senza la milanese che altrimenti avrebbe iniziato a sbuffare e piantare casini. Io invece ho detto al personale che non c'era problema: hanno chiamato il pasticcere che ha dato un tempo d'attesa di mezz'ora, per cui ho deciso di andarmene a fare un giro. Ne ho approfittato per andare a visitare la tomba di mio padre e metterci qualche fiore fresco, scambiarci due parole in silenzio, immerso nella pace unica che solo un cimitero d'estate può trasmettere. Torno al forno alle 12:35 abbondanti, ancora nessuna consegna: le ragazze, molto imbarazzate, chiamano il titolare, che sta arrivando. Si scusano profusamente. Mi offrono un succo di frutta, nonostante le mie rassicurazioni (sarebbe stato un caffè ma, visto? Non ho trasgredito alla regola) e quando, infine, il titolare arriva, mi offre uno sconto sul prezzo vista l'attesa - ancora una volta, nonostante io gli avessi detto (e sinceramente) che non era necessario. E lo credo tuttora: era 14 di agosto per tutti, specialmente per loro che dovevano fare fronte a un numero eccezionale di consegne. Però ho apprezzato molto il gesto, e la cordialità dei titolari, e ho pensato che forse preferisco un mondo che arriva un pelo in ritardo sulle consegne ma che non risparmia qualche sorriso e del calore umano. Ovviamente la mia coniuge mi aveva già mandato dei messaggi nei quali esprimeva il proprio lombardo disappunto per questa gente che non rispetta gli appuntamenti dati, ma che ci volete fa'... è calabrese anche lei, sotto sotto, e sono sicuro che prima o poi abbraccerà il suo retaggio. Pranzo con i fratelli, le nipoti etc. Riflessione: la mia famiglia è perennemente settata sul livello 11 in una scala da uno a dieci, su qualunque interazione. Ormai riesco a prenderli solo a piccole dosi, estraniandomi dagli infiniti duelli in punta di spada e di fioretto che si scatenano ogni cinque minuti e per - letteralmente - qualsiasi motivo. Mi porto dietro anche questa eredità genetica che cerco di combattere giorno per giorno, conscio però che venga fuori tutta, e bella prepotente, ogni volta che decido di duellare anche io. Per fortuna, non succede troppo spesso: ho sempre l'idea del buon Miyamoto Musashi che cercava di combattere solo battaglie nelle quali fosse possibile avere un vantaggio sull'avversario (e se pensate che sia disonorevole, dovreste investigare un po' della storia della sua vita: è illuminante).
Oggi niente mare per evitare calca e caldo, forse pomeriggio al cinema, per far vedere Inside Out 2 ai nanetti.
Mi godo la brezza incessante della città del vento che passa, come ha sempre fatto, dal salotto alla cucina di casa mia.
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Guida ai Raduni: Fiat 500 il Weekend 4-5 Maggio
Un fine settimana all'insegna della passione automobilistica con raduni di Fiat 500 d'epoca. Scopri dove e quando!
I raduni di Fiat 500 d'epoca non sono solo eventi, ma veri e propri ritrovi di storie, passioni e ricordi su quattro ruote. Questi incontri, che si svolgono in varie località d'Italia, sono l'occasione per gli appassionati di mostrare orgogliosamente i loro gioielli automobilistici, spesso restaurati e mantenuti con amorevole cura. Ogni raduno è una festa, un tuffo nel passato che celebra la bellezza e la storia delle mitiche 500, auto che hanno segnato un'epoca e continuano a far battere i cuori. Oltre a essere una mostra di auto, i raduni sono momenti di condivisione, dove gli aficionados possono scambiarsi consigli, racconti e aneddoti, rafforzando la comunità di entusiasti. Ecco perché questi eventi sono tanto attesi: rinnovano il legame tra passato e presente e mantengono viva la passione per il collezionismo automobilistico. - Oliena in 500 - Data: 4-5 Maggio 2024 - Luogo: Oliena (NU) - Descrizione: Un raduno che celebra la cultura e il fascino delle 500 in uno degli angoli più suggestivi della Sardegna. - Meeting Ibleide ediz.2024 - Data: 4-5 Maggio 2024 - Luogo: Ragusa (RG) - Descrizione: Appassionati di tutto il sud si incontrano per una due giorni dedicata alle storiche Fiat 500. - 11° Meeting della 500 - Data: 5 Maggio 2024 - Luogo: Catanzaro - Descrizione: Un'intera giornata per ammirare modelli unici e scambiare esperienze tra appassionati. - 15° Raduno Lago Trasimeno - Magione - Data: 5 Maggio 2024 - Luogo: Magione (PG) - Descrizione: Il pittoresco Lago Trasimeno fa da sfondo a questo storico raduno, un must per gli amanti delle 500. - Le 500 in Fiera a Borghetto Lodigiano - Data: 5 Maggio 2024 - Luogo: Borghetto Lodigiano (LO) - Descrizione: La fiera annuale che attira collezionisti da tutta Italia per celebrare la passione comune per la Fiat 500. - Le 500 nel Roero - Data: 5 Maggio 2024 - Luogo: Cinzano di Santa Vittoria d'Alba (CN) - Descrizione: Un raduno che unisce il piacere della guida al fascino dei paesaggi del Roero. - 2° Raduno del Lago - 1° Memorial Tonino Garofalo - Data: 5 Maggio 2024 - Luogo: Bocca di Piazza - Parenti (CS) - Descrizione: Un evento emozionale in memoria di un grande appassionato, immerso nella natura calabrese. - 3° Meeting di Primavera in Svizzera - Data: 5 Maggio 2024 - Luogo: Caslano (Svizzera) - Descrizione: Gli appassionati svizzeri e italiani si incontrano per un giorno all'insegna della Fiat 500. Trovate l'elenco aggiornato in tempo reale a questo LINK L'atmosfera di ogni raduno delle Fiat 500 d'epoca è inimitabile: un tuffo nel passato, un ritorno all'epoca d'oro dell'automobilismo italiano dove la semplicità si univa all'eleganza. È un'esperienza che rafforza la comunità, creando nuove amicizie e rinnovando vecchie conoscenze, unendo persone di tutte le età sotto la bandiera della passione per le Fiat 500 d'epoca! Vi aspettiamo!!!
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Sono accusate di essere “scafiste” per aver fatto parte dell’equipaggio della barca con cui hanno raggiunto le coste italiane. Ma ci sono prove di pagamento del viaggio, traduzioni approssimative e testimoni irreperibili, oltre alla violazione del loro diritto di difesa
[...]
La storia di Jamali
Una prima interrogazione sul caso Marjan Jamali è stata presentata da Grimaldi il 1 marzo 2024. Jamali ha 29 anni, è partita dall’Iran con il figlio di 8, è arrivata in Turchia e si è imbarcata con un altro centinaio di persone a Marmaris. Dopo cinque giorni di navigazione, soccorsi dalla Guardia costiera italiana, sono sbarcati sulle coste calabresi. Ha acquistato il viaggio in un’agenzia di Teheran, pagando per sé e per il figlio 14mila dollari.
Sbarcata in Italia è stata subito accusata da tre uomini, due iracheni e un iraniano, di essere stata parte dell’equipaggio. La testimonianza di tre passeggeri su 102 passeggeri ha giustificato il suo arresto, persone che non sono più state rintracciate. Inoltre, tutte le traduzioni sono state fatte da un interprete iracheno, che non parla il farsi, la lingua persiana parlata in Iran.
Detenuta nel carcere di Reggio Calabria, «a Marjan è stato anche tolto il figlio di 8 anni, che è ospite in una struttura calabrese che si prende cura di lui. Come se arrestassero me in Iran e mi mandassero un mediatore culturale che parla tedesco perché sono comunque due lingue europee»
[...]
Il caso di Majidi
La storia di Maysoon Majidi è invece parte della seconda interrogazione presentata al ministro della Giustizia da Grimaldi il 7 maggio. Attivista curdo-iraniana di 27 anni, Majidi è laureata in regia teatrale e ha collaborato con diverse organizzazioni per i diritti umani. Ha subito torture ed è riuscita a fuggire con il fratello prima in Iraq poi in Turchia. Da qui ha raggiunto l’Italia via mare, approdando sulle coste calabresi. Come nel caso di Jamali, è stata accusata da due persone su 77.
Testimoni che hanno lasciato l’Italia e, rintracciati dal fratello, hanno affermato di «non aver detto quelle parole», aveva raccontato a Domani Boldrini. Oltre al fatto che anche la ragazza e il fratello curdo-iraniani hanno speso in tutto 17mila dollari per il viaggio.
[...]
Entrambe le ragazze per mesi «hanno ricevuto provvedimenti in una lingua per loro incomprensibile». E sia a Jamali che a Majidi è stato negato l’interrogatorio. Elemento ritenuto ancor più grave da Grimaldi che, riferendosi a Jamali, ha dichiarato: «Come può un indagato difendersi se non gli è permesso di fornire la propria versione dei fatti? Siamo di fronte a una violazione non solo del codice di procedura penale, ma del diritto alla difesa».
Anche a Majidi «l’interrogatorio non è stato concesso. Anche per lei si è disposta la misura cautelare di massimo rigore, quella del carcere. Nordio sostiene “l’assoluta linearità dell’operato dell’autorità giudiziaria?”, ma cosa c’è di lineare nella detenzione preventiva, sulla base di testimonianze inattendibili, di due donne reduci da storie dolorose e faticose, separate dai propri cari e non trattate come innocenti fino a prova contraria?»
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È la mattina del 3 marzo del 1944. Quel giorno sarà l’ultimo per Teresa Gullace, 36 anni, madre di cinque figli e incinta del sesto. Teresa, calabrese ma trasferitasi a Roma da ragazzina, quel maledetto giorno esce di casa di buon ora. Ha infilato in una borsa una pagnotta di pane un po’ di formaggio. È diretta alla caserma dell'81º di fanteria in Viale Giulio Cesare. Lì è richiuso suo marito, Girolamo Gullace, arrestato cinque giorni prima, il 26 febbraio, nel corso di un rastrellamento. È destinato ai lavori forzati nei campi, in Germania. Teresa è una donna disperata. Non sa come fare. Girolamo è il perno portante della sua vita e della sua famiglia. I cinque figli sono piccoli e il sesto sta per nascere. Non ha altra possibilità che chiedere la liberazione del marito. Con un gruppo di altri mogli, madri e sorelle di prigionieri si reca davanti alla caserma. Teresa una volta arrivata, vede Girolamo alla finestra. D’istinto lascia il gruppo della altre donne. Vuole avvicinarsi al marito. Ha intenzione di consegnargli il pane e il formaggio. Il cuore le batte forte. Vuole abbracciarlo e dargli un bacio. È così emozionata che non ascolta le urla del soldato tedesco che le intima di fermarsi. Lei continua a correre verso il suo amore. Il militare senza esitare impugna la pistola e spara un colpo. Teresa, centrata in pieno, muore all’istante. Il suo omicidio provoca un’insurrezione popolare. Il cadavere di Teresa viene adagiato per strada, in poco tempo migliaia di persone si radunano intorno al corpo della vittima. Pregano e lasciano dei fiori. La protesta è così partecipata da costringere i nazisti a liberare il vedovo Girolamo. La storia di Teresa è diventata negli anni il simbolo della resistenza. Oggi il mio pensiero va a lei e a tutte le altre donne che hanno sofferto e lottato per la Liberazione. Quelle donne che hanno lasciato il lavoro, i figli a casa e tralasciato le faccende domestiche per andare a manifestare per la libertà. Molte di loro lo hanno fatto anche imbracciando un fucile. Donne coraggiose e combattenti. È grazie alla loro lotta, al fianco di uomini valorosi, se noi tutti oggi abbiamo la libertà di poter esprimere la nostra opinione e vivere in democrazia. Evviva il 25 aprile.
Fonte: Gian Pietro Fiore
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La vera storia di Marinella che ispirò Fabrizio De Andrè
Maria Boccuzzi nacque l’8 ottobre del 1920 nel piccolo centro calabrese di Radicena (frazione dalla cui unione con i villaggi di San Martino e Jatrinoli è nato nel 1926 l’attuale comune di Taurianova), in una povera famiglia di braccianti agricoli.
All’età di nove anni, Maria emigrò con la famiglia a Milano in cerca di una sistemazione migliore. Nel 1934 iniziò a lavorare e sul luogo di lavoro conobbe uno studente spiantato, Mario, di cui s’innamorò.
Il rapporto, visto malissimo dalla famiglia di lei, la portò a licenziarsi e a scappare con Mario. Le difficoltà economiche e l’impossibilità di riallacciare i rapporti con la famiglia portarono velocemente alla fine del rapporto amoroso e, dopo appena un anno, i due si lasciarono.
Senza dimora e senza lavoro, Maria decise di intraprendere la strada di ballerina di varietà col nome d’arte di Mary Pirimpò e conobbe Luigi Citi, di cui divenne l’amante. Questi la “cedette” a Carlo Soresi, conosciuto come “Carlone” e di professione protettore, che l’avviò alla prostituzione.
Da quel momento, la vita di Maria divenne un susseguirsi di umiliazioni, minacce e percosse. Iniziò a prostituirsi in una casa chiusa a San Salvario (Torino), poi a Firenze, per approdare a Milano e lungo i viali dell’Olona, dove venne anche schedata dalla Polizia.
La notte del 28 gennaio 1953 Maria Boccuzzi fu uccisa a revolverate e spinta nell’Olona forse ancora agonizzante. Il suo corpo venne ritrovato l’indomani da un gruppo di ragazzini intenti a giocare a pallone, sul prato che costeggia il corso d’acqua.
Per gli inquirenti, il caso apparve subito complicato, in quanto molte delle colleghe di Marinella erano palesemente reticenti, al fine di non incorrere in ritorsioni da parte della criminalità che gravitava attorno al mondo della prostituzione.
S’iniziò a scavare nella sua vita e accertato che il suo primo amante, che abbandonò quasi immediatamente, era deceduto in guerra, i sospetti caddero sul suo ultimo amante, un ballerino, da lei mantenuto, a cui aveva confidato di voler abbandonare il giro della prostituzione, ma costui produsse diverse testimonianze a suo favore che confermarono il suo alibi per la notte del delitto.
Dopo un anno d’infruttuose indagini, con l’interessamento anche dell’Interpol, il caso venne dichiarato chiuso senza un colpevole, nel novero degli irrisolti.
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Elenco vincitori
Concorso di Poesie, Filastrocche, Racconti e Fiabe
“Libera la fantasia” 5^ Edizione
A) Sezione Poesie e Filastrocche a tema fantasy
“Carmelo, il sedano fragola, Penelope la ragna e Riccardo, il riccio bugiardo” filastrocche inedite di Cecilia Turino – Frattaminore (NA)
“ Amore su petali di rosa” raccolta edita di poesie di Barbara Baka – Carapelle (FG)
“C’erano una volta sette nani” filastrocca inedita di Danila Pesce – Savona (SV)
Menzione Speciale a:
“Poesie, Filastrocche, Raccontini per grandi e piccini” libro edito di filastrocche e racconti brevi di Rita Giovanna Cavicchi – Castiglione dei Pepoli (BO)
Segnalazione di merito a:
“ Nonna e Paura” filastrocca inedita di Valerio Falgari – Curno (BG)
“Dimora fiabesca” raccolta edita di poesie di Maria Cristina Biasoli – Molinella (RO)
B) Poesie e Filastrocche a tema libero
“Ricomincio da t(r)e” raccolta di poesie in fase di pubblicazione di Mario Tommasini – Roma (RM)
“Alla periferia del vento” poesia inedita di Stefano Baldinu – S. Pietro in Casale (BO)
“Per voi” poesia inedita di Christian Testa – Villanterio (PV)
Menzione Speciale a:
“Filastroccando – Poesie e filastrocche di Nonnogino” raccolta inedita di poesie e filastrocche di Luigino De Francesco – Torino (TO)
Segnalazione di merito a:
“Unni a biddizza cunforta (Dove la bellezza consola)” poesia in dialetto siciliano tradotta in italiano di Lucia Zappalà - Istrana (TV)
Premi Speciali
Premio Assoluto della Critica a:
“Note dimenticate nella notte” raccolta poetica inedita di Francesco Ambrosio - Frattamaggiore (NA)
Premio Speciale Miglior Giovane Autore a:
“Unica salvezza” poesia inedita di Serena Cola – Meldola (FC)
Premio Speciale per l’Operato Socio – Culturale a:
Angelo Canino, scrittore (Acri – CS) distintosi per quanto costruito artisticamente e culturalmente negli anni, vincendo tantissimi premi letterari e aderendo in varie manifestazioni di spessore. Poesia scelta come migliore dalla Giuria: “ Ppe cchilli terri (Per quei terreni)” opera inedita in dialetto calabrese tradotta in italiano.
Premio Speciale della Giuria a:
Lucia Barabino, scrittrice (San Francesco al Campo – TO) per la sua
straordinaria capacità creativa e la sua estrema bravura mista a sensibilità nello scrivere testi per grandi e piccini. Testo scelto come migliore dalla Giuria: “L’albero nel bosco” filastrocca inedita.
“Kerstonville, segreti di contea” romanzo inedito di Silvia Turello – Siderno (RC)
C) Sezione Racconti e Fiabe a tema fantasy
“Sara e i mille mila” fiaba edita di Gabriele Missaglia – Dizzasco (CO)
“Ascoltate la biblioteca” racconto inedito di Gabriele Andreani – Pesaro (PU)
“Agata delle farfalle” fiaba inedita di Clara Guareschi – Varallo (VC)
Menzione speciale a:
“Misha l’orsetto magico” fiaba inedita di Giovanni Saia – La Spezia (SP)
Segnalazione di merito a:
“Diario di un tirannosauro vegetariano” racconto fantasy inedito di Gabriele Di Fazio – Marino (RM)
D) Sezione Racconti e Romanzi a tema libero
“La rosa sott’acqua – Storia di una vita negata” racconto inedito di Cristina Manzo – Lecce (LE)
“La rosa bianca di Izmir – Oltre il velo della paura ” romanzo edito di Anna D’Auria – Gragnano (NA)
“Raggio di luce” romanzo edito di Matteo Molino – Milano (MI)
Menzione speciale a:
“Augustus Darius” romanzo inedito di Angelo Dario Garziano – Mazzarino (CL)
Segnalazione di merito a:
“La ragazza e il cavaliere” romanzo inedito di Cristina Mora – Luserna San Giovanni (TO)
Premio Finalisti
“Cassandra e Isabeau” racconto inedito di Alessandra Peretti – Amandola (FM)
“L’arte di Howth (Tratto da una storia vera)” racconto inedito di Anna Ferriero – Torre del Greco (NA)
“Le avventure di Rapetta” raccolta inedita di racconti di Paola Ercole – Roma (RM)
“Il marziano Baffi Blu” filastrocca inedita di Barbara Barducco – Rivarossa (TO)
“La mia follia” monologo teatrale inedito di Rodolfo Andrei – Roma (RM)
“Il peso della solitudine” raccolta poetica di Roberta Matassa – Bari (BA)
“Anche l’ospedale è bello...se si muta in un castello” filastrocca inedita di Sergio Giovannetti – Vinci (FI)
“Il brutto anatroccolo (Favola rap) favola inedita in versi di Veruska Vertuani – Aprilia (LT)
“Era notte a Roma” racconto edito di Laura Marcucci – Roma (RM)
“La strega presuntuosa” filastrocca inedita di Caterina Giannini – Roma (RM)
“Immensa” racconto inedito di Chiara Mari – Losanna Svizzera (VD)
“Il Natale delle fiabe” filastrocca inedita di Patrizia Birtolo – Giussano (MB)
#associazione luce dell'arte#scrittori#dr.ssa carmela gabriele#luce dell'arte edizioni#concorsi letterari#narrativa#poesia#romanzi#libri#concorso libera la fantasia
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Domenico Oppedisano: Il Capo dei Capi e la Struttura della 'Ndrangheta
Domenico Oppedisano è nato a Rosarno il 5 dicembre 1930. È visto come il capo Crimine della ‘ndrangheta, una potente organizzazione criminale calabrese. Dal 2009 al 2010, ha guidato la ‘ndrangheta come capo-crimine. La sua nomina è avvenuta durante il matrimonio di Elisa Pelle e Giuseppe Barbaro nel 2009. L’incontro si è tenuto al Santuario della Madonna di Polsi in Calabria. Lì, sono state…
#&039;Ndrangheta#Capo dei Capi#Clan Oppedisano#Criminalità organizzata#Domenico Oppedisano#Mafia Calabrese#Papàs#Storia della &039;Ndrangheta#Struttura criminale
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Rivista calabrese di storia del ‘900: online il numero 2 del 2022 dell'ICSAIC
Rivista calabrese di storia del ‘900: online il numero 2 del 2022 È online, sul sito dedicato alla «Rivista Calabrese di Storia del ‘900 » il numero 2 del 2022. Il periodico, fondato da Giuseppe Masi, è organo dell’ICSAIC, associato all’Istituto Nazionale Ferruccio Parri, attualmente diretto da Vittorio Cappelli ed edito da Pellegrini. Accendendo al sito ICSAIC o al sito dedicato alla Rivista,…
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Maenza: Anna Mazzamauro e “Compagnia Le Colonne” per Radure. Spazi culturali lungo la Via Francigena del Sud
Maenza: Anna Mazzamauro e “Compagnia Le Colonne” per Radure. Il festival Radure, che per questa edizione ha come tema il buonumore e il potere terapeutico della risata continua a Maenza con due serate, 8 e 9 luglio, con Anna Mazzamauro e la Compagnia Le Colonne in altrettanti luoghi storici del Comune. Giunge alla sua quinta edizione Radure. Spazi culturali lungo la Via Francigena del Sud a cura dei Priverno (capofila), Sermoneta, Norma, Cori, Maenza, Segni e Carpineto Romano grazie al contributo della Regione Lazio e nell’ambito del progetto integrato Invasioni Creative di ATCL – Associazione Teatrale fra i Comuni del Lazio, in collaborazione con la Compagnia dei Lepini, primo festival di valorizzazione del patrimonio culturale del sistema territoriale dei Monti Lepini, dedicato ai luoghi della cultura attraversati dal cammino spirituale della Via Francigena del Sud. Dal 2019 Radure rappresenta la proposta culturale d’eccellenza per promuovere il territorio e rilanciarne l’immagine, attraverso la commistione tra le arti dello spettacolo dal vivo, le identità dei luoghi e la partecipazione attiva delle realtà operanti in questi splendidi Comuni. L‘8 luglio ore 21.00 al Castello Baronale Anna Mazzamauro, accompagnata dalle musiche dal vivo di Sasà Calabrese, ripercorre alcuni racconti scritti da Paolo Villaggio intervallati da ricordi personali in un omaggio ad uno dei personaggio comici più famosi del cinema italiano in Com'è ancora umano lei, caro Fantozzi. «Se all’improvviso chiudo con nostalgia gli occhi della memoria mi ritrovo di fronte, come uno specchio appannato dal tempo, gli occhi innamorati del ragionier Ugo Fantozzi che guardano me oramai per sempre signorina Silvani e le parole non dette in venti anni di assidua frequentazione con Paolo Villaggio si tramutano in quelle scritte…e allora “CARO FANTOZZI…” Dal cinema che ti ha reso leggenda io, riconoscente e in debito, ho l’ardire di raccontarti in teatro proprio per restituire a Paolo Villaggio la grazia. Ho usato a volte la signorina Silvani come alibi per raccontare i suoi difetti e Anna per raccontare gli strepitosi aneddoti che hanno legato gli anni dal nostro primo disastroso incontro, fino a quando ci hai salutato agitando il tuo tragico basco blu e dopo aver sistemato le mutande ascellare (che nessuno ha mai osato far diventare di moda) per raggiungere la tua nuvoletta. Ma non sarebbe stato teatro se avessi composto un’angiografia. Il teatro ha bisogno di emozioni da raccontare provocandole nel pubblico. Allora i racconti scritti da Paolo si uniscono ai miei in un rimbalzo di emozioni che fanno la storia dei mostruosi incontri dietro le quinte, della Silvani, del suo storico “labbruzzo”, del suo pensiero sul matrimonio dopo che Fantozzi ha raccontato il suo con un “cesso bianco maleodorante”. E ancora la piccola mostruosa Mariangela al concorso per bimbi belli, il ristorante giapponese, il ricordo di Visconti e Filini, l’odiato e invidiato collega. E poi Paolo avido di cibo e le sue diete mostruose, la sua paura di vivere la sua carriera, il suo incontro con Giorgio Strehler che avrebbe voluto quel Grande di Genova nel suo Piccolo di Milano» racconta Anna Mazzamauro. La Compagnia Le Colonne presenta Brillante Novecento, con Roberto Baratta, Emiliano Campoli, Marina Eianti, Marco Zaccarelli e Giancarlo Loffarelli che firma anche la regia, il 9 luglio ore 18.30 alla Loggia dei Mercanti. Una carrellata-narrazione attraverso la nobile e popolare tradizione del teatro umoristico che tanto ha informato di sé la cultura teatrale prima e televisiva poi del XX secolo, privilegiando la dimensione metateatrale come materiale della scrittura scenica. Attraverso una serrata alternanza di brani teatrali, vengono portate sulla scena alcune fra le più divertenti proposte: dai Fratelli De Rege al duo Chiari- Campanini, da Eduardo a Dario Fo, da Benni a Proietti, indiscussi protagonisti di questa forma di teatro a torto definita “minore”, di cui lo spettacolo ricostruisce la storia.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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I grandi marchi: Versace
Oggi Versace è tra le più celebri aziende nel campo del mondo della moda, e ha segnato per sempre la storia della Milano da bere. Fu Gianni Versace a fondare l’azienda nel 1978 e da subito si distinse per la sua originalità. Calabrese di nascita, ma vissuto fin da piccolo a Milano a fianco della madre nella sartoria di famiglia, Gianni si fece conoscere nel mondo della moda per la stravaganza dello stile e per l'attenzione alla ricercatezza dei materiali e alla qualità dei tessuti. Il suo stile stravagante, elaborato e dirompente riuscì a catturare l'attenzione delle star' sempre presenti alle sue sfilate, da Elton John a Bon Jovi, da Sylvester Stallone a Madonna, con cui aveva solidi rapporti di amicizia. Inoltre a Versace si deve la nascita del fenomeno delle supermodelle, quelle che si trasformano in vere e proprie icone, con nomi come Naomi Campbell, Linda Evangelista, Claudia Schiffer, Carla Bruni e Cindy Crawford. Gianni era fiero del suo impero, nel 1995 la rivista Time lo consacrò uomo del momento e diceva spesso "Chi si innamora di Versace non torna indietro", dopo aver scelto la Medusa, creatura mitologica che venne maledetta dagli Dei dell'Olimpo, come simbolo della sua maison. Nel 1988 entrò nell'azienda la sorella minore, Donatella, a cui fu affidata la direzione del marchio Versus, linea giovane Versace. Gianni era molto legato alla sorella, fin da ragazzi erano molto uniti e lei assecondava le fantasie del fratello, vestendosi a 11 anni secondo i suoi suggerimenti, con i capelli biondo-platino, in minigonna e gli stivali alti di pelle. Il 15 luglio 1997 Gianni Versace fu assassinato nella propria villa a Miami Beach dal serial killer Andrew Cunanan e, dopo una solenne cerimonia, fu sepolto sul lago di Como. Alla morte dello stilista, che lasciò la sua quota alla nipote Allegra di 11 anni, il marchio sprofondò in una grave crisi economica pur riuscendo a rimanere tra i brand più amati. La storia continua grazie alla grinta di Donatella Versace e la sua collaborazione con Lady Gaga, fino al Jungle Dress sfoggiato da Jennifer Lopez sul red carpet dei 42 Grammy Awards nel 2000, sempre fedele all'eredità lasciata dal fratello. Nel 2004 arrivò Giancarlo Di Risio come ad del gruppo che riuscì con un drastico taglio dei costi a rimettere l'azienda in sesto, il posto di direttore creativo del brand passò a Donatella Versace. Il 20% della controllante GiVi holding, con il 30% in mano a Santo Versace, il 20% a Donatella Versace, il 50% a Allegra Versace Beck, nel febbraio 2014 fu acquisito dall'americano Blackstone Group per 150 milioni di euro. Nel settembre 2018, la maison annunciò che il 100% delle quote di Blackstone e della famiglia Versace sono state vendute al gruppo Michael Kors Limited. Successivamente, nel gennaio 2019 la griffe entrò a far parte del gruppo Capri Holdings Limited, creando un nuovo gruppo del lusso assieme a Michael Kors e Jimmy Choo. Read the full article
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